Il giardino tardobarocco non era solo uno spazio per muoversi all'aperto, ma anche godimento visivo, fonte di passatempi e luogo di rappresentanza. Verso la fine del XVII secolo la fama dei giardini di Versailles si diffuse in tutta Europa. Questo è il giardino "alla francese" che dominò nel Settecento con perfette simmetrie costruite tra lunghi viali dritti, prati squadrati e curatissimi, filari di alberi e con giochi illusionistici. I giardini nati sotto questo influsso non si limitano a una imitazione, ma sono frutto di un'elaborazione dei principi dell'architetto André Le Notre (realizzatore del giardino di Versailles) filtrati dalle tradizioni locali, dalla natura e dal terreno. Nel giardino rococò si tende a prediligere le planimetrie asimmetriche definite da un disordine predisposto deliberatamente, in cui si possa realizzare un desiderio di svago e gioco che abbia luogo in spazi più ameni e intimi. I giardini cominciano a isolarsi dal paesaggio circostante orientandosi verso l'interno, acquistando una dimensione più raccolta e confortevole dove potersi appartare per godere dei piaceri bucolici.
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