In Italia il giardino del 1600 fu un'evoluzione del giardino all'italiana del Cinquecento che aveva conservato il carattere medievale di luogo chiuso e organizzato secondo l'ideologia umanista, secondo cui ogni cosa doveva essere controllata dalla razionalità. L'architettura aveva la precedenza assoluta, dunque il palazzo era dominante su tutto il resto: la natura diveniva architettura e gli elementi vegetali ridotti a forme geometriche e messi a servizio dell'uomo.
Il giardino si trasformò in uno spazio dove il mistero e la magia presero il posto della perfezione e della staticità. Il giardino barocco era l'unione di una molteplicità di luoghi, era rappresentazione dello spazio infinito e dunque doveva essere allestito in modo da stupire di continuo lo spettatore con imprevisti colpi di scena. Gli elementi architettonici si fusero con quelli naturali, creando così uno spazio artificioso, dilatato e aperto, ricco di percorsi. Man mano che ci si allontana dal palazzo, nei pressi del quale la natura aveva forme geometriche di aiuole e terrazze, le forme si facevano più libere e sinuose e una sequenza di scorci prospettici definiva la natura circostante. Il giardino assunse dunque connotazioni più simili a quelle del parco, potendo aprirsi all'esterno e unirsi visivamente col territorio circostante.
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