domenica 8 gennaio 2012

L'opera d'arte totale

Il Barocco sosteneva la collaborazione e l'unità di tutte le discipline artistiche, e così come l'architettura gotica, difendeva il principio per cui le singole parti non possono rimanere isolate perché non hanno l'autonomia di raggiungere alcun senso compiuto. Nel Seicento, l'arte rappresentava l'artificio che permetteva la "messa in scena" di un'altra realtà: scultura e architettura cercavano l'effetto pittorico mentre la pittura, con giochi prospettici e illusioni ottiche, si trasformava in pittura e scultura.
Per Bernini l'unità era l'armonia dei contrari e in questo senso le arti erano chiamate ad allearsi per realizzare una scenografia che coinvolgesse l'animo dei fedeli e fare di lui uno spettatore attivo. Le opere barocche riuscirono a coinvolgere tutte le arti anche grazie al fatto che gli artisti avevano una formazione da pittore, scultore o scalpellino.
L'arte barocca diede espressione alle decorazioni, usate dall'architettura in modo eccessivo e ridondante sovrapponendola alle superfici per stupire l'osservatore. Nelle architetture barocche la struttura seguiva logiche proprie mentre l'estetica era affidata all'applicazione superficiale di materiali di abbellimento (passione che sfocia maggiormente nel Settecento col Rococò).
Nell'architettura barocca rivestiva un ruolo molto importante la luce, soprattutto con i giochi emozionali e gli effetti di sorpresa e stupore nello spettatore. Talvolta negli edifici veniva utilizzata una fonte luminosa indiretta: cupole traforate, come quelle usate dal Guarini, intese come sorgenti luminose nascoste: la luce poteva filtrare attraverso le strutture bucherellate, poteva essere riflessa e rifratta sulle superfici nere, innovazioni dovute alle scoperte dell'ottica newtoniana del periodo.

cupola di San Cristoforo, Piacenza

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